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da “2062 il nuovo Mondo” di Mat Bono

 

Presentazione:  Da una terra in preda a disuguaglianze, guerre e carestie, parte la conquista di Marte, così come 600 anni prima, da un’Europa in sofferenza, poveri e indesiderati erano stati mandati a colonizzare l’America di Colombo.  Ma come allora i coloni, dopo aver duramente sofferto per crearsi una nuova vita, si ribellarono alla madre patria che imponeva pesanti tasse, anche qui, dopo aver creato un nuovo mondo di pace, partecipazione e serenità da far invidia alla democrazia Ateniese, la gente del nuovo mondo si ribella all’oppressione degli affaristi della terra e ottiene la libertà.  E proprio il “grande vecchio”, colui che si è sacrificato per questo,  strapperà una promessa ai compagni: “La libertà, oltre ai diritti ha anche molti doveri … Ricordate, un giorno anche nostra madre terra dovrà essere liberata!” 

                                                             2062 il Nuovo Mondo

Partenza! Galassia Swanson, troppo euforica per accontentarsi di controllare la maxi partenza dal grande schermo interpolato della sala di controllo del centro di ricerca spaziale (CRS), era salita nel punto più alto della base, la cupola di vetro, assieme a 2 assistenti supertecnologici, tutti dotati di cuffie di collegamento insonorizzate, pronti a trasmettere in tempo reale ogni suo ordine ai controllori di volo.

Dieci anni di lotta con politici, tecnici (e media!) e di dura attesa per arrivare a questo! Ma, finalmente, stava godendo della sua vittoria … L’uomo stava decollando per Marte: raccolta su di sé la collaborazione dei centri spaziali di tutto il mondo, ne stava spedendo 400mila in un sol colpo! 42 gigantesche navi spaziali, tutte uguali, 90metri di lunghezza per 20 di diametro, contenenti ognuna circa 2000 persone, erano in fase di decollo da qui, sul Lago Salato, altre 34 (22 francesi e 12 tedesche) dalla nuovissima base europea di Colmar, 20 russe da Jakutsk in Siberia, ben 52 dall’altopiano cinese di Changyeh, 20 (8 coreane e 12 giapponesi) dalla rampa marina dello stretto di Sushima e infine 20 Arabe e 12 Sudafricane dall’altopiano di Mahalapye.

Anche le rampe di lancio delle varie basi erano state tutte costruite in fotocopia negli ultimi due anni, a tempo di record: rampe a scivolo elicoidale lunghe 17miglia dove le navi agganciate fra loro, scivolando in discesa per il proprio peso per 11 miglia, movimento accelerato dalla spinta integrata dei razzi rotativi presenti su tutta la lunghezza delle rampe, avrebbero raggiunto una velocità prossima a quella del suono. Nel frattempo i razzi rotatori della prima nave, avrebbero impresso all’involucro esterno della stessa un movimento di avvitamento che le avrebbe permesso di “rompere l’aria” per tutto il gruppo (stabilizzandosi così nell’atmosfera terrestre come fosse un proiettile di cannone a canna rigata!)  Poi le rotaie sarebbero cominciate a salire, fino a diventare un vero trampolino di lancio verso il cielo e una catena di 42 navi vi sarebbe stata scagliata al contempo dell’entrata in funzione sulle stesse dell’ultimo ritrovato della scienza: il dispositivo contro gravitazionale, ovvero un piccolo congegno nucleare a rilascio rallentato, che trasformava la forza di attrazione terrestre in forza di repulsione, conferendo così una mega accelerazione al convoglio.   Tutto ciò avrebbe permesso al lungo “treno” di lasciare l’atmosfera terrestre con una velocità superiore ai 50.000 Km orari e raggiungere il livello “Zenit 200”, il punto di ricongiungimento con i 5 convogli provenienti dal resto del mondo, per raggiungere poi Marte in soli 48 giorni!  Il “Countdown” intanto era iniziato, la tensione era alle stelle (ben prima delle navi spaziali!), solo Galassia, concentrata e fredda come il ghiaccio, attendeva gli eventi, pronta ad intervenire.

-… Zero!”- … “Go!” approvò la Direttrice dentro di se.  La mastodontica, chilometrica fila iniziò la discesa lungo la rampa con lentezza preoccupante, per prendere però una velocità difficilmente comprensibile per l’occhio umano in pochi secondi dall’accensione dei razzi rotanti, mentre il rumore diventava fastidioso nonostante le cuffie insonorizzanti. In quelle condizioni estreme, ormai solo controllato dai computer, l’inizio della rotazione dell’involucro esterno della nave di testa, precedente la fase di risalita, venne fortunatamente confermata dai radar del centro.     Una frazione di secondo e le 42 navi diventarono un minuscolo punto scagliato verso il cielo sullo schermo gigante e sui computer dei 2 assistenti. Nel petto di Galassia due sentimenti presero forza: la soddisfazione della perfetta riuscita della fase di lancio e la delusione di uno spettacolo molto più scarso del previsto, visto l’impossibilità di seguirlo già da metà rampa con i soli sensi umani.

L’interno dei veicoli spaziali era occupato per il 70% dagli “alveoli”, le cellule individuali ognuna delle quali era occupata da un futuro abitante di Marte. Non erano altro che un parallelepipedo (una bara, tanto per intendersi!) nel quale un essere umano riusciva appena a muovere avambracci e mani.  La tuta che li fasciava era invece molto comoda: una specie di seconda pelle grossa ed elastica che era in grado di sopperire a tutte le necessità, fornendo agli orari corretti le pillole di alimentazione (contenenti pure i liquidi) ed era dotata di impianto di evacuazione e pulizia delle necessità corporali.

Il suo spessore era formato da una serie di alveoli contenenti ossigeno allo stato puro, sufficiente a garantire la sopravvivenza di un paio d’ore nello spazio senza le bombole d’ossigeno, e poteva essere poi ricollegata al rientro tramite gli innesti rapidi per ricaricare il tutto. Inoltre per limitare i danni dell’inattività forzata dei 48 giorni necessari al trasferimento, era dotata di elettrostimolatori che, ad orari personalizzati per ognuno, avrebbero sollecitato i vari “punti ortopedici sensibili”, simulando una ginnastica di base che manteneva la perfetta funzionalità di tutto il corpo, compreso il mantenimento del metabolismo personale.  L’isolamento, dovuto alla soluzione ad alveare, separata dall’involucro esterno dalle cellule di decompressione e di isolamento magnetico, aveva limitato al minimo agli occupanti sia il rumore che la sensazione della tremenda accelerazione del convoglio; potevano inoltre seguire l’orizzonte esterno sullo schermo di cui era dotata ogni cellula.  Lo stesso schermo, per interrompere l’isolamento, poteva essere trasferito in modalità “contatti” in una video conferenza con gli occupanti le cellule vicine, questo solo col benestare del capo carovana, l’anziano ma ancora attivissimo Kurt Akerlund che, dopo aver rinunciato a portare avanti l’organizzazione “Mondo pace e ambiente” a seguito della scomparsa di due dei 3 più importanti collaboratori e amici come André Coulisse, deceduto a 88 anni (Si diceva per problemi cardiaci … Forse!), Bobo Ndomba, ucciso durante una delle sue tante conferenze Africane da un fantomatico gruppo militare e Ariane Leclerc, rapita, torturata (Ma poi sfuggita non si sapeva come … Qualcuno sussurrava per un mucchio di soldi!) da una fantomatica setta religiosa di Dallas, aveva scelto di guidare “gli anziani” nel nuovo mondo.

Sì, gli anziani ai quali le nuove leggi, varate in tutte le nazioni più avanzate, avevano decretato l’espulsione dal pianeta terra.

Le politiche dissennate dell’ultimo ventennio, nonostante gli allarmi di molte organizzazioni e le soluzioni alternative offerte addirittura da alcuni scienziati, avevano riportato indietro all’approvazione di leggi che determinavano la soglia massima di vita sulla terra ai 70 anni, dopodiché lo stato doveva procedere alla “rottamazione” di coloro che non erano più in grado di produrre, ma ancora in grado di mangiare purtroppo!

Stessa sorte a qualunque età per chi, per problemi fisici o mentali, non fosse comunque utile alla società!

Tutto questo nonostante 10 anni prima un gruppo di scienziati, appartenenti ad un piccolo centro di ricerche italiano, avesse scoperto il metodo per dissociare la CO2 in carbonio e azoto, concime ideale per le coltivazioni, liberando l’ossigeno nell’atmosfera.  Infatti la scoperta era finita sotto il controllo di multinazionali il cui unico interesse, oltre essere sponsorizzate da gruppi politici e finanziari che supportavano il programma di colonizzazione di Marte, era tenere alti i prezzi dei loro attuali prodotti! La novità dunque era finita in naftalina, né più né meno del prototipo dell’auto ad idrogeno del lontano 1932 !

Così Maude, il direttore di quel laboratorio, che assieme al altri 3 collaboratori (Titano, Egeone e Pandora) aveva preso una dura e critica posizione officiale contro il mancato sfruttamento della loro scoperta, era diventato un pacco ingombrante.

Col metodo del bastone e della carota, erano stati fatti accomodare sulla quattordicesima nave del convoglio franco tedesco in partenza dalla base europea.

Ma non erano certo gli unici: le estreme difficoltà socio politiche ed economiche dell’ultimo decennio avevano portato altri diversi gruppi di persone di varie età, soprattutto  giovani, ad offrirsi come volontari per il nuovo mondo.

Era stata fatta un’accurata selezione: le alte sfere non volevano sguarnire troppo quel serbatoio di disoccupazione che manteneva il costo della manodopera terrestre ai prezzi minimi.

D’altra parte però c’era anche l’esigenza di far funzionare il nuovo pianeta per potervi inviare tutti i detenuti, gli indesiderabili, nonché pattume e materiale di scarto presente sulla terra ai limiti di vivibilità: così una piccola percentuale di chi aveva un mestiere o le conoscenze per essere d’aiuto all’avviamento della vita su Marte, in particolare se non gradito per il suo attivismo democratico, aveva avuto il visto per aggregarsi ai “senatori” della prima spedizione.

Viste le difficoltà di un simile volo e, ancor più, quelle di vivere su Marte, tutti i partenti erano stati sottoposti a un trattamento di sterilizzazione. Erano infatti sconosciuti gli effetti di una gravidanza in quelle condizioni e la possibilità di sopravvivenza di un neonato che non avrebbero nemmeno avuto le relative cure specialistiche: in un futuro meno incerto chiunque avrebbe potuto richiedere il trattamento inverso per poter generare.  

Galassia intanto era tornata all’interno del CRS per prendere atto e controllare successi o problematiche delle altre 5 spedizioni.  Il responsabile dei “controllori” le espose una breve, ma efficace relazione, indicandole i punti e le coordinate sul maxi schermo:  - … come vede le nostre, le europee e le 20 russe sono in perfetto assetto, con una tolleranza fra i 3 gruppi di una decina di nano secondi! Il “Go” del convoglio cinese è avvenuto in tempi e modi esatti, ma ora ha un ritardo potenziale sulla traiettoria di collegamento di 1,67892 secondi. Alla base di Changyeh stanno cercando di scoprirne i motivi: se il ritardo non dovesse più aumentare, basterà correggere di  0,726 gradi l’angolo di happening dei 6 convogli … Attendiamo aggiornamenti da loro!  Giappone e Korea hanno avuto qualche problema di surriscaldamento nel nucleo di coda … Ma sembra tutto rientrato! Le vere difficoltà sono nel convoglio Arabo Sudafricano che è andato fuori asse di quasi 5° a causa del malfunzionamento di un automatismo di controllo dei sensori di posizione proprio della nave di testa! Hanno dovuto mandare fuori i robot per sostituirli, ma purtroppo nessuno ha mai potuto verificare prima dal vivo se tale squilibrio, e di conseguenza deviazione dalla rotta, possano provocare questi in fase di avvitamento … -     

Galassia lo interruppe bruscamente: -Chiaro! … Ma a me interessa solo cosa può succedere e come si possa rimediare!-

Il responsabile la guardò per un attimo con fastidio, poi rispose il più tecnicamente possibile: -E’ una situazione molto critica! … Se va tutto bene arriveranno all’happening con circa 20 secondi di ritardo, un’eternità, se va male rischiano di non poter raggiungere il punto di ritrovo e dover proseguire da soli verso Marte, visto, come lei ben sa, l’impossibilità fisica di disegnare un’orbita tale che permetta di rientrare sulla terra.  A quella velocità però una correzione attorno ai 5 gradi surriscalderebbe particolarmente la coda del convoglio.  Un eventuale inizio di incendio li porterebbe ad abbandonare la correzione e finire forse su Saturno … sul quale non arriveranno mai in condizione di vederlo!-

-Mi tenga aggiornato sul canale 1!-  Una sferzata il laconico ordine della Direttrice, che fece un rapido dietrofront per uscire dall’ampia sala e rifugiarsi nella sua “torre d’avorio”.

“Noi, Russi, Gialli, Giap … perfino i modesti Europei tutti ok e questo misto di musi neri, ex bianchi senza patria e predoni Islamici cosa ti combinano?...”  Era ben noto in tutto il mondo scientifico l’intolleranza viscerale della Swanson per tutto ciò che usciva dai propri schemi politici e razziali: - … La missione non si fermerà certo ad aspettare voi … La mia missione non cambierà di un solo secondo o di un nano grado, la mia carovana (sorrise convinta del termine pioneristico appena scolpito nella sua memoria) colonizzerà Marte, con o senza di voi!”     

     Happening   Quei 20 minuti sarebbero stati decisivi! Tutte le basi spaziali interessate restarono strenuamente collegate fra loro, ma naturalmente le onde infuocate correvano tra CRS e Mahalapye.  Il convoglio partito dall’altopiano Africano stava riuscendo nella riparazione della sua nave di testa meglio del previsto.  Nonostante ciò il suo ritardo aveva già superato gli 8 secondi e il controllo manuale aveva abbassato l’errore di rotta a 2,06 gradi.  Tutto ciò aveva convinto Russi, Giap e Coreani della possibilità di aggiornare il punto di ritrovo per portare tutti su Marte; la base Cinese, col convoglio più lungo quindi anche meno adattabile, stava ancora facendo i ricalcoli; gli Europei attendevano la decisione USA che non veniva!  Qui il disaccordo tra la Direttrice, che non voleva prendersi alcun rischio per il convoglio Africano, e il responsabile dei controllori, convinto dal parere di fattibilità di tutti i suoi subordinati, stava diventando feroce, senza esclusione di colpi.

Nello stesso tempo l’uomo doveva colloquiare con l’agitata Direttrice, il robot traduttore istantaneo di tutte le notizie da Mahalapye, gli aggiornamenti dei suoi controllori e i dati dei possibili adattamenti di rotta, modificati ogni dieci secondi dal computer!

-Colonnello, sono stanca della sua indecisione!- La Swanson era una furia: -Le concedo altri 2 minuti di tempo, dopodiché, se non sarà tutto rientrato entro il livello 1 di modifica della procedura  di happening, la solleverò dal comando e riporterò personalmente la procedura a livello 0!-

Il responsabile le rispose con un gesto isterico: aveva ben altro da pensare! Sul monitor la risposta Cinese, pronti alle loro manovre per attendere il convoglio in difficoltà, emulati dai colleghi Europei … Pochi secondi  e arriva la buona notizia definitiva: “OK, riparazione conclusa”, deviazione portata a 0,016 gradi, ritardo bloccato sugli 8,4 secondi, possibilità valutata di happening con 8,4 di ritardo se tutti gli altri convogli devieranno il percorso restante all’happening in un elisse di 0,4 gradi contro accelerato”

L’uomo gongolò, capendo che c’erano le condizioni per  salvare capra e cavoli: -Tenente Graf, verificare immediatamente la fattibilità con le coordinate trasmesse da Mahalapye … Capitano Steel, chieda agli altri centri la loro conferma di verifica di fattibilità entro i prossimi 2 minuti … Sergente Sirio, confrontare la procedura nel simulatore col resto del percorso e con l’atterraggio su Marte!-  Quindi, per dare più fiducia possibile al capoconvoglio, attivò la videoconferenza col comandante Americano: -Comandante 1, i dati sul video sono le correzioni necessarie per agganciare il convoglio Africano … Le verifichi le immediatamente … Se ok, iniziamo fra 1 minuto!-  La risposta del comandante fu sintetica:  -Ok, avviato verifica, richiamo fra 50 secondi!- 

Il colonnello, con gli indumenti appiccicati di sudore freddo e la pressione alle stelle (Che continuavano, infingarde, a guardarlo dall’alto verso il basso!) si girò per afferrare il bicchiere d’acqua dal tavolo rotondo e lo trangugiò in un sorso, per tossirne una parte addosso a se stesso … “Stai calmo!” Si sgridò, scrollando con la mano il liquido dalla camicia.  Pochi secondi e: -Comandante 1, confermo, tutto ok!-                         -Grazie, comandante!- Rispose il controllore capo; poi, rivolto a Steel: -Capitano, trasmetta il count-down di 10 secondi  per l’inizio delle operazioni verificate …- Attese il pronto dato col pollice alto dell’ufficiale, poi si girò verso lo schermo, controllando il tempo che scorreva: -Ecco, al secondo 3… 2, 1, Go!-  Il Capitano pigiò il pulsante e tutti gli equipaggi cominciarono la manovra di correzione, con le traiettorie rosse sullo schermo. Erano pochi minuti che restavano all’appuntamento, ma per la gente del centro, con in testa il loro capo, fu un’attesa lunghissima.  Poi iniziò il conteggio per l’aggancio fra il primo e il secondo convoglio: “Ok!” A seguire il terzo: “Ok!”… “Ok!” … “Ok!” … Il sesto “Ok!” apparve come il più lungo, ma fu anche il liberatorio:  Tutto il centro esplose in un urlo talmente forte da sembrare accompagnato in sottofondo da tutto il mondo esterno ... Gli addetti alle apparecchiature si alzarono all’unisono, si corsero incontro e si abbracciarono in complimenti.

Tutti meno due: un colonnello esausto, ma felice quanto i suoi sottoposti, ai quali però non aveva mai concesso abbastanza confidenza da poterlo abbracciare ora, e una Direttrice che non aveva certo intenzione di premiarlo per aver fatto di testa sua!   

Sul lungo convoglio la situazione si normalizzò in tempi più lunghi. Furbescamente il Comandante 1 difatti aveva pensato bene di sostituire la diretta sugli schermi delle cellule di sopravvivenza con il filmato di programmazione dello sbarco su Marte. Primo, in caso di problemi, non si sarebbe diffuso il panico su 400.000 persone; secondo, ripassare una volta in più incarichi e procedure non avrebbe fatto male a nessuno! 

I semplici passeggeri dovettero dunque pazientare una decina di minuti in più per godere della buona notizia e riavere il collegamento fra tutti loro. 

Evviva, complimenti, promesse, aggiornamenti per interposta persona, abbracci e bevute virtuali si sprecarono per oltre mezzora.  A riportare tutto alla funzionalità intervenne il Comandante 2: -A tutti gli equipaggi, riprendere condizioni e funzioni normali, è ora di fare ginnastica! …-

L’ordine riportò la normalità in poche decine di secondi: tutti sapevano che, dall’annuncio, la terapia imposta sarebbe cominciata, volenti o no, dopo un solo minuto.  Infatti, allo scadere, i programmi personalizzati di ogni tuta cominciarono la stimolazione. Sì, i programmi personalizzati, perché la scheda di ogni tuta conteneva i dati del proprio occupante: età, sesso, peso, battiti cardiaci, pressione, umidità corporea, nonché la propria cartella clinica dalla nascita.   La simulazione oltre a rinforzare la muscolatura e attivare la lubrificazione delle giunture, manteneva così viva la relativa “memoria” cerebrale. Quando il corpo all’interno della tuta cominciava a scaldarsi e produrre umidità, interveniva il minuscolo circuito di condizionamento che, al termine degli esercizi (mezz’ora circa) finì la pulizia con una “doccia a secco” che garantiva l’ottimale mantenimento della pelle.    Mezz’ora di riposo, per abbassare i ritmi corporei, poi l’ordine di pasteggiare con la prima pillola del dispenser sulla sinistra: ingurgitata, una volta attaccata da i succhi gastrici, avrebbe liberato nello stomaco di ognuno la quantità di cibo ed acqua ideale.  Dopo lo stress di una simile giornata, iniziava ora il riposo, dormendo o distraendosi coi documentari sui più bei siti naturali esistiti sulla terra fino a qualche decennio prima.

Maude non fece né l’una, né l’altra cosa.  Aprì sullo schermo il programma di latino che aveva “installato” di nascosto, per avere a portata d’occhio il vocabolario. Aveva già incontrato 7 anni fa il capo carovana e mister X in diverse videoconferenze internazionali, fino ad entrare in confidenza per le loro idee.  Per poter parlare senza essere intercettati e registrati dal “grande fratello” gli avevano svelato i segreti di quella lingua che, da tanto in disuso, nessuno aveva più catalogato nei computer di controllo. Inoltre la piccola modifica di sostituire la prima lettera di ogni parola con la i e la finale con an rendeva ancor più indecifrabile ogni frase!   Inserì la propria mail e chiamò in singolo Akerlund, che gli rispose immediatamente: 

-Ialvan Iaudan!... - (“Salve Maude”) Che lo ricambiò e continuò nella stessa lingua in uno scambio dialettico che, in lingua madre, avrebbe preoccupato eventuali controllori: -… è un piacere scambiare finalmente quattro chiacchiere Kurt! Noi ci siamo tutti e 4 (alludendo a Pandora, Egeone e Titano)…-

-Voi siete giovani!- Rispose lo svedese: -Di noi vecchietti manca purtroppo la maggioranza!  André e Bobo mi mancano … E degli altri del nostro gruppo sono con noi solo ”il cinese”, la Leclerc e Astor Castro! … C’è anche “il Supremo” un ex santone Peruviano che ci potrebbe anche essere utile … Ti feci parlare con X, due anni fa, ricordi? … Beh, di quel gruppo di liberali leoni massoni è rimasto solo lui, dato che di M, M1 e M2 non si sa più nulla! E’ un Matusalemme mai domo che frequenteremo nel nuovo mondo!  Poi c’è un gruppo di sindacalisti rottamati dal sistema che ci potrebbero seguire e più giovani di quanto tu possa credere che preferiscono rischiare la difficile avventura che continuare a morire di fame e di speranze disattese sulla terra!-

-Mi sembra un quadro rassicurante per quello che intendiamo fare noi …- Interruppe euforico Maude.

-Forse …- Rispose Kurt: - Considera però che in mezzo a noi hanno infilato di tutto … Un gruppo di vecchi affaristi caduti in disgrazia, che comunque non abbracceranno mai la nostra causa … Un finanziario che ha sottratto soldi a chiunque per tutta la vita per mangiarseli nei paradisi fiscali e che ora temo abbia la presunzione di essere il controllore delle finanze di noi Marziani! … Un guerriero addetto all’occultamento di interi arsenali militari che ha supplicato di nascondersi nella carovana per sfuggire ad una brutta fine sulla terra … E infine una moltitudine di micro criminali scarcerati in fretta e furia perché vengano a mangiare alle nostre mense, anziché a quelle terrestri! … Sarà dura, amico mio, ma, se non vogliamo ridurci come il nostro vecchio mondo, dovremo essere molto bravi e determinati!-

-Che ne dici, Kurt? Vorrei approfittare del viaggio per cominciare a prendere confidenza coi tuoi contatti sicuri …-

-Giusto Maude!  Ti mando mail con cellula di contatto di tutti tradotta il lettere … Non vorrei che tanti numeri insospettiscano qualcuno! Quelli contrassegnati col segno maggiore parlano già il nostro dialetto!- 

Maude gongolò soddisfatto: quel viaggio noioso sarebbe diventato molto interessante!  -Grande Kurt, facciamo insieme il nuovo mondo!-  Gridò col pollice alzato.  Il nordico lo imitò, sorridendo: -D’accordo amico mio, mi piace, sarà il nostro motto: “facciamo assieme il nuovo mondo!”-

Fu così che quel latino dialettale diventò un linguaggio sempre più parlato sul convoglio, gli scambi di idee così interessanti da far sembrare il viaggio troppo breve!  Sui loro computer i corsi di preparazione alle mansioni personali, ovvero le attività da svolgere su Marte, divennero sempre più colmi di note e precisazioni.  In breve il tutto favorì una piacevole confidenza fra di loro, tanto che Dante, un connazionale, al 40esimo giorno di volo noiosamente uguale alla programmazione, commentò: -… Sai Maude, c’è una cosa di laggiù che mi comincia a mancare già ora … In tutto questo tempo nemmeno una tassa da pagare … Che so, immondizia, passo carraio, bollo della bikeroad, videoTV, aria che respiri…-   Maude se la rise e incrementò di gusto:  -Esalazioni nocive! … Allora ti devi proprio preoccupare! Qui l’ossigeno ce lo produciamo noi … Ma non trasmetterlo giù, altrimenti quelli mollano tutto, vengono su, lasciando i paperoni soli e senza serbatoio di disoccupati a produrre gratis per le loro ricchezze … Potresti scatenare una guerra interplanetaria!-

Ma due giorni dopo arrivò improvviso l’annuncio del Comandante 1!
-Interrompere qualsiasi attività, spegnere tutti i collegamenti esterni e tenere aperto il solo canale voce audio col comando!  Si è rilevata un’anomalia sull’asse di rotta per correggere la quale il convoglio inizierà una manovra della durata superiore ai 50 minuti! Inizio previsto fra 10 secondi da ora … Go! …